Cimitero ebraico di Correggio

A cura di Monica Barlettai.

 

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Uno scorcio del cimitero ebraico di Correggio

L’odierno cimitero ebraico di Correggio, di epoca ottocentesca, è il terzo in ordine di tempo realizzato dalla comunità locale per inumare i propri morti. Nell’arco di cinque secoli (XV – XX sec.) è noto che gli ebrei ebbero almeno altri due diversi siti cimiteriali. Del primo è incerta l’esatta ubicazione, ma è documentato nei capitoli di una condotta ebraica del 1459.

Un cimitero esisteva per certo in epoca seicentesca ed era situato all’interno delle mura cittadine, come si rileva anche dalla cartografia dell’epoca. Non sappiamo se questo coincidesse con il primo autorizzato dai signori della città alla metà del Quattrocento.

Nel 1781, quando il Governatore estense impose l’obbligo di trasferimento fuori dalle mura di tutti i cimiteri, la comunità ebraica condusse una strenua opposizione al provvedimento, in forza della norma religiosa che impediva l’esumazione dei cadaveri. Ottenne soltanto la facoltà di utilizzare il vecchio cimitero fino ad esaurimento dello spazio disponibile, in attesa di dotarsi di un nuovo sito cimiteriale.

La scelta ricadde su un terreno già di proprietà ebraica, adiacente all’attuale via Repubblica, dove tutt’oggi sorge il cimitero di epoca ottocentesca.

Il cimitero offre numerosi aspetti di interesse, primo fra tutti la presenza, insolita nel panorama regionale, di una Jegar Sahadutha, una sorta di “pietra del ricordo” posta in memoria di tutti gli ebrei sepolti nel cimitero che dovette essere abbandonato. Da questo eccezionale “documento” sappiamo che il cimitero seicentesco, rimasto in uso fino al 1855 circa, fu definitivamente abbandonato nel 1869. Quindi, per alcuni decenni, i due siti di sepoltura funzionarono contemporaneamente. La prima inumazione del nuovo cimitero risale, infatti, al 1828, mentre l’ultima al 1958.

Il cimitero occupa un terreno di circa mille metri quadrati ed è delimitato da mura di cinta. Vi si accede attraverso un piccolo edificio al cui interno si trova un lavabo per l’abluzione rituale e un piccolo caminetto. L’area sepolcrale conserva 69 lapidi di cui 60 in situ, mentre 9 sono collocate sul muro interno dell’ingresso, poiché frantumatesi negli anni di abbandono del cimitero e recuperate durante i lavori di restauro e ripristino del 1997. Qui, oltre agli esponenti delle famiglie ebraiche locali, sono sepolti i due rabbini attivi a Correggio a metà Ottocento e i due garibaldini correggesi che presero parte alla Spedizione dei Mille.

Bibliografia
G. Fabbrici, Il cimitero ebraico di Correggio, Correggio, 2007.