A cura di Monica Barlettai.
La sua realizzazione risale al 1820, quando dodici maggiorenti della comunità sottoscrissero l’atto con cui si impegnavano a sostenere le spese per la nuova “scola”, essendo la vecchia divenuta insufficiente alle esigenze della comunità. La nuova sinagoga fu costruita ampliando quella preesistente di epoca settecentesca, ricavata all’interno della casa Massarani. Si ha notizia anche di una sinagoga più antica, di epoca seicentesca, forse collocata all’interno di quella casa che la tradizione popolare chiama “Casa del Rabbino”, una volta esistente in via Casati, area destinata poi al ghetto della comunità.
Il gruppo dei finanziatori contava su un credito originario di 250 lire italiane, a cui si aggiunse il ricavato della vendita dei locali della vecchia sinagoga seicentesca. Isacco Sinigaglia ed i cugini Aron ed Anania Massarani, proprietari di due edifici contigui in Strada Maestra concessero, anziché la quota in denaro, parte delle rispettive abitazioni.
Il progetto fu affidato, nel 1819, all’architetto reggiano Domenico Marchelli, coadiuvato dal correggese Forti. All’inizio, i lavori furono soggetti a rallentamenti dovuti ad una disputa con la Confraternita del Santissimo Sacramento, che si oppose decisamente al progetto. Infine, la nuova sinagoga vide la luce e, nel 1822, era già operante, come testimonia il regolamento del Bet ha-knesset (tempio) fatto pubblicare dai soci finanziatori.
La sinagoga rimase i uso fino ai primi anni del Novecento. Con la perdita dell’autonomia della comunità, avvenuta nel 1921, l’edificio venne ceduto a privati e, nel 1950, la sinagoga fu completamente smantellata. Le porte dell’aron – preziosamente intagliate in stile impero – furono trasferite in Israele, nel tempio Hapoel Hamizrachi di Gerusalemme, dove è possibile ammirarle ancora oggi.
Bibliografia
G. Fabbrici, La Sinagoga “nuova” di Correggio, sta in: Strenna del Pio Istituto Artigianelli, Reggio Emilia, 1990;
F. Bonilauri, V. Maugeri (a cura di), Le sinagoghe in Emilia-Romagna, Roma, 2003.