A cura di Francesco Paolella.
Abbiamo a disposizione delle precise Regole per gli insegnanti, risalenti al XVIII secolo e che venivano applicate nella scuola del ghetto reggiano.
Il primo impegno richiesto ai bambini, verso i quattro anni di età, era quello di imparare a leggere la lingua ebraica e a recitare le preghiere. L’anno successivo, essi entravano nel Talmud Torah, la scuola della comunità. Il primo corso di studi poteva durare due o tre anni. Lo studio era quasi esclusivamente dedicato alla Bibbia e alla lingua ebraica. I contenuti venivano anche spiegati in italiano dall’insegnante.
Le lezioni si svolgevano per quattro giorni, da Domenica a Mercoledì. Il Giovedì era dedicato a rivedere le nozioni apprese, mentre il Venerdì e il Sabato erano per la preparazione e la celebrazione della festa settimanale.
Nelle classi successive si imparava a leggere brani sempre più ampi della Bibbia (prima il Pentateuco, poi i libri dei Profeti), e sempre ci si esercitava a tradurle in italiano.
Il ginnasio ebraico fu inaugurato a Reggio nel Novembre del 1812. La successiva Restaurazione non demolì le innovazioni di inizio Ottocento anche in ambito pedagogico. Vi furono infatti notevoli cambiamenti nei programmi e nel numero delle materie di studio. Lungo tutto il secolo la comunità cercò di “aprire” l’istruzione anche alle conoscenze profane, e specialmente alla cultura umanistica, anche se non mancarono, ovviamente, contrasti fra i più conservatori e i più progressisti.
Alla metà dell’Ottocento, risultava una suddivisione in sette classi, mentre le materie di insegnamento erano: religione, storia e lingua ebraica, lingua e letteratura italiana, storia civile, geografia, francese e aritmetica.
A Reggio esistevano anche un asilo infantile e una scuola femminile.
Anche in comunità minori della provincia esistevano delle piccole scuole come a Correggio, a Scandiano e a Novellara.