A cura di Daniela Bergonzoni
Quando si formava una nuova comunità, una delle prime concessioni richieste dagli ebrei era il diritto di disporre di una casa di preghiera e di un cimitero. Quest’ultima richiesta trova la sua giustificazione nel fatto che la promiscuità di tombe di defunti di religione diversa in uno stesso cimitero non era ammessa nè dai cristiani nè dagli ebrei.
A Scandiano, il cimitero è situato su un colle al termine di via Ariosto, nella prima periferia della cittadina, che è ormai trasformata in una moderna zona residenziale.
Costituito da un’area rettangolare cinto da mura alte circa due metri; a sinistra del cancello di ferro che lo chiude in alto è collocata una lapide di marmo in cui si legge: “Cimitero israelitico. Questo muro di cinta fu eretto nell’anno 1915 per contributo dell’O.P. israelitica e di private offerte”.
È con il conte Giulio Boiardo che si parla per la prima volta, nel 1547, di un cimitero ebraico, concesso a vitale di Leone, la cui attività di bancario si sostituì a quella dei discendenti di Bonaventura, primo ebreo residente in queste terre. Nel Privilegium si legge, al capitolo 13: “Che sia lecito a detti ebrei comperarsi nel demanio nostro, dove a lui parerà, un pocho di terreno dove possi seppellire li suoi morti ad uso degli Ebrei , senza contradizione di alchuna persona”.
Anche gli Estensi mostrarono ampia solidarietà e rispetto verso gli ebrei, confermando il diritto alla sepoltura, nel cimitero loro assegnato. Così infatti si legge in un Privilegium, del 1780, del duca Ercole III al capitolo XV: “Che possano tenere i loro cimiteri…e possano comprare e acquistare altri luoghi… E non siano tenuti nè essere astretti a pagare alchuna sorta di Dazio per i loro corpi morti che introducessero nelle città e Stati nostri per farli seppellire”. Non è dato sapere se questo cimitero coincidesse con l’attuale , ma la cosa è da ritenersi assai probabile, non essendo mai stata rinvenuta altrove alcuna traccia dell’esistenza di un altro luogo di sepoltura.
Il primo concordato nel quale si parla di un luogo di sepoltura risale al 1633; con esso Raffaele Modena concedeva a Lazzaro e Salomone Senigalia la sua parte nel banco feneratizio di Scandiano e, assieme ad altro, “Tutta la sua parte del loco del cimitero posto nel territorio di Scandiano”.
Lo stato desolante del cimitero, compromesso da fattori metereologici, fu aggravato dall’azione dei vandali che ripetutamente lo profanarono. Nel 1958, l’Amministrazione Comunale ne aveva stabilito la soppressione e la creazione di un’area verde in luogo del cimitero; tale decisione non ebbe però mai esito conclusivo.
La prof.ssa Paroli, a seguito di una visita con i suoi alunni della scuola media Boiardo al cimitero ebraico, scrisse al sindaco di Scandiano per chiedere un intervento di restauro. Nacque anche l’idea di rivolgersi alla Prof.ssa Rita Levi Montalcini che, proprio in quell’anno, aveva ricevuto il Premio Nobel per la Medicina. Essa dimostrò subito vivo interesse e impegno per l’iniziaiva, intessendo con gli alunni una fitta corrispondenza sollecitando così le autorità ad un più immediato intervento. La prima visita di Rita Levi Montalcini a Scandiano risale al 23 Maggio 1987, cui ne seguirono altre. Nel Maggio 1993, l’area verde antistante il cimitero fu dedicata a Lazzaro Padoa, ultimo ebreo scandianese.
I lavori di restauro del cimitero presero avvio nella primavera del 1987. Purtroppo nell’Ottobre del 1992, ignoti profanarono 4 lapidi del cimitero, e lordarono il muro di cinta con alcune svastiche, proprio il giorno prima della visita della Montalcini che nel 1995 ricevette la cittadinanza onorariadi Scandiano.
Le epigrafi tuttora esistenti e restaurate sono 20.