Sinagoga di Reggio Emilia

A cura di Giulia Cocconi e Alessandra Fontanesi.

 

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La Sinagoga di via dell’Aquila a inizio Novecento (Fototeca della Biblioteca Panizzi)

Il Tempio maggiore della comunità ebraica di Reggio Emilia fu inaugurato il 15 Gennaio 1858. Sorse sulle fondamenta del Tempio precedente edificato, nel 1672, all’interno del ghetto ebraico, su progetto in stile neoclassico dell’architetto reggiano Pietro Marchelli, già autore di pregevoli opere cittadine quali: il Foro Boario, il Teatro Ariosto e Palazzo ducale. Il Marchelli stesso considerava la sinagoga come “un’opera grandiosa, e di riuscita tanto felice da non poter invidiare alcun’altra in Italia”.

La sinagoga era il centro della vita comunitaria, essendo sede della scuola ebraica, che era probabilmente situata nelle due sale adiacenti al salone principale del tempio.

Le pareti della sala della preghiera sono decorate e divise tra un finto colonnato e quattro pilastri; la luce arriva esclusivamente dall’alto e in particolare dalla volta affrescata; sopra l’atrio troviamo tre matronei a cui si accede da una scala a parte.

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Foto dell’interno della sinagoga del 1888 (Fototeca della Biblioteca Panizzi)

Dopo l’arresto dei dieci ebrei reggiani, i primi di Dicembre del 1943, il Tempio viene saccheggiato dalla milizia fascista. La biblioteca della Comunità fu in parte venduta e in parte destinata al macero dai repubblichini guidati dall’amministratore dei beni ebraici; vennero trafugati gli addobbi, i lampadari, l’argenteria e altri oggetti di valore.

In seguito al bombardamento del 7-8 Gennaio 1944, uno spezzone di bomba colpì l’area antistante la sinagoga danneggiandola gravemente.

Negli anni successivi, gli spazi vengono destinati ad usi disparati (tipografia, magazzino) senza che venga eseguito alcun intervento di manutenzione: la volta, infatti, crolla negli anni Cinquanta proprio per l’incuria in cui versa l’edificio.

Dal 1990, il Comune di Reggio e la Comunità ebraica di Modena e Reggio danno il via ai lavori di restauro che si concludono nel 2008; una delle ragioni che giustificano tale durata è dovuta alla volontà degli architetti si seguire fedelmente i disegni originali del Marchelli e le tecniche artigianali del XIX secolo.

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La Sinagoga oggi

Negli anni successivi, alcuni ricercatori Istoreco rintracciano numerosi arredi della sinagoga, tra cui il pregevole Aron-ha-kodesh in marmo dello scultore Agostino Canciani, nella sinagoga Kiriat Shmu ‘el di Haifa, Israele, trasportati dopo la fine della guerra.

Sulla facciata è stata posta una targa che ricorda i dieci ebrei reggiani vittime della deportazione.

Oggi, non è più una sinagoga adibita al culto e gli spazi vengono utilizzati per iniziative culturali e visite guidate per scuole e gruppi: essi sono stati lasciati appositamente privi di arredo proprio per evidenziare l’assenza della Comunità causata dalla Shoah.

 

Bibliografia

A. Balletti, Il Tempio Maggiore Israelitico di Reggio Emilia, Biblioteca Municipale “A. Panizzi”, 1908;

“Il Giornale dell’Emilia”, 22 febbraio 1948.